Prefazione di Rolando Anni al secondo volume

PREFAZIONE AL SECONDO VOLUME

Poi scese la notte. Vita di provincia ai tempi della R.S.I. II vol., dedicato interamente al 1945, è, per certi versi, un libro antico, anche se racconta storie del Novecento, il secolo delle guerre e della violenza. Gli autori, infatti, con un impegno di ricerca faticosa e minuziosa, hanno lavorato come gli antichi cronisti medievali che, giorno per giorno, segnavano nelle loro carte gli avvenimenti rilevanti per le comunità in cui vivevano e ne facevano memoria. Così hanno fatto seguendo un filo sottile, quello del diario di Giovanni Rovida, segretario comunale di Lonato, scomparso drammaticamente il 23 aprile del 1945 pochi giorni prima della Liberazione. Morando Perini, Damiano Scalvini, Carlo Susara hanno ricostruito la storia piccola, quotidiana (microstoria direbbero alcuni) di una cittadina, Lonato appunto, usando le fonti più diverse, da quelle scritte, soprattutto lettere, diari e memorie, a quelle iconografiche e orali, intrecciandole fra di loro e facendole parlare per ridare vita e parola a centinaia di persone e di vicende. Così vediamo svolgersi sotto i nostri occhi (un’importanza particolare è data agli oggetti e alle fotografie) la vita quotidiana di una comunità, con le sue fatiche e i suoi dolori (molti) e le sue gioie (poche) in un periodo cruciale, anche se temporalmente breve, tra il 1943 e il 1945, della “grande” storia italiana, che resta sullo sfondo ma è sempre ben presente. Questo poi in definitiva è il compito dello storico: quello di raccontare gli uomini e la loro vita, come indicava Marc Bloch. Infatti il «buono storico somiglia all’orco della fiaba: là dove fiuta carne umana, là sa che è la sua preda»1.
In modo non diverso Antonio Gramsci in una famosa lettera al figlio Delio scriveva che la storia «riguarda gli uomini viventi e tutto ciò che riguarda gli uomini, quanti più uomini possibile, tutti gli uomini del mondo in quanto si uniscono fra loro in società e lavorano e lottano e migliorano se stessi»2.
1 M. Bloch, Apologia della storia o mestiere di storico, Einaudi, Torino 1976VII, p. 41.
2 A. Gramsci, Lettere dal carcere, Einaudi, Torino 1971II, p. 154.
C’è però un rischio che deve essere tenuto presente e che è insito in qualsiasi ricerca storica, quello di considerare valide in assoluto le “storie” che si vanno raccontando senza tenere conto della loro complessità e della loro unicità. La microstoria e la “grande” storia sono facce diverse ma inscindibili di una medesima realtà. La prima, infatti, dà concretezza alla seconda, e la seconda ne delinea il quadro entro il quale essa va inserita, evitando l’errore esiziale del localismo. Leggendo questo secondo volume gli abitanti di Lonato troveranno fatti e persone che li riguardano direttamente, mentre gli altri lettori potranno immergersi in un mondo ormai lontano e oscurato dall’ombra cupa della guerra, nel quale i sentimenti, le vicende, le persone che nel libro trovano vita potranno sentire vicini e per certi aspetti contemporanei.
Rolando Anni
(Direttore Archivio storico della Resistenza bresciana e dell’età contemporanea – ARECBs)