PREFAZIONE AL PRIMO VOLUME
Partiamo
da un dato di fatto non da tutti compreso: il 25 luglio 1943 non è
stato il giorno in cui si è avuta la caduta del fascismo: fu solo
una regolazione di conti all'interno del partito fascista dopo le
sconfitte in Russia ed Africa e fu una risposta, fascista, a tutto
quello che era stato il disastro della seconda guerra mondiale e del
fascismo stesso che l'aveva voluta.
Anche
la giornata dell'armistizio, l'otto settembre, non va ricordata come
quella in cui l'Italia fece una scelta per finire la guerra e
liberarsi dai fascisti, è da ricordare come un ulteriore disastro:
ha portato solo sciagure come lo sbandamento dell'Esercito,
l'occupazione tedesca, le bombe sulle città ad uccidere i civili, le
deportazioni di massa etc.
Qui
si parla di queste storie, innestate sullo scritto (un Diario) di
quello che fu il Segretario comunale di Lonato negli anni della
seconda guerra mondiale. Rovida racconta quello che è successo a
Lonato dall'otto settembre 1943 in poi e, a supporto dei suoi brevi
scritti, sono raccolte decine di testimonianze fra cittadini e
cittadine che raccontano la quotidianità della guerra: nascondere
soldati perché ricercati da tedeschi e fascisti, leggere i volantini
nazisti che si rivolgono al “popolo italiano”, sfuggire alle
bombe, trovare del cibo etc.
“Poi
scese la notte” è il bel titolo di questo libro, bello perché sta
a dire che la notte è proprio iniziata quell'8 settembre 1943: come
a dire che scese il buio con tutti quelli che sono stati i disastri
del fascismo e della Repubblica di Salò.
Ma
in quel periodo buio una luce si accese perché nello stesso periodo
nacque la Resistenza nella sua forma più organizzata e di massa,
nacque infatti già a settembre del 1943 il CLN: la luce del giorno
dopo il buio della notte.
Questa
è una ricerca che racconta la storia di Lonato in quegli anni, ma
sicuramente è stata la storia di tutta quella parte di Italia che
era governata della R.S.I. e dai tedeschi; è il racconto di periodi
duri, dovuti alla scelta precisa di Mussolini che si alleò con
Hitler, ma anche ad un armistizio confusionario firmato da persone,
politici e militari, che concordavano la resa con gli alleati pur
essendo stati fascisti fino al giorno prima.
Non posso infine non pensare al fatto che “Poi scese la notte” ha come falsariga il Diario di un segretario comunale, e a come la storia della mia famiglia si lega a quella di un altro Segretario comunale: fu infatti l'uccisione del Segretario di Bagnolo in Piano a scatenare la rappresaglia fascista che, nel dicembre 1943, costò la vita ai miei sei zii e a mio padre Aldo, oltre che a Quarto Camurri. Non si seppe mai perché quel Segretario venne ucciso: il suo era un ruolo burocratico di funzionario, ben diverso da quello che poteva essere un Podestà; potrebbe anche essere stato ucciso per motivi personali e non politici, chissà se mai si scoprirà la verità.
Non posso infine non pensare al fatto che “Poi scese la notte” ha come falsariga il Diario di un segretario comunale, e a come la storia della mia famiglia si lega a quella di un altro Segretario comunale: fu infatti l'uccisione del Segretario di Bagnolo in Piano a scatenare la rappresaglia fascista che, nel dicembre 1943, costò la vita ai miei sei zii e a mio padre Aldo, oltre che a Quarto Camurri. Non si seppe mai perché quel Segretario venne ucciso: il suo era un ruolo burocratico di funzionario, ben diverso da quello che poteva essere un Podestà; potrebbe anche essere stato ucciso per motivi personali e non politici, chissà se mai si scoprirà la verità.
Un
epilogo così diverso, eppure drammaticamente simile a quello di
Giovanni Rovida.
Adelmo Cervi